Sostituire l’impianto di riscaldamento centralizzato condominiale con una nuova caldaia a condensazione è una scelta che può rivelarsi molto vantaggiosa.
Una caldaia a condensazione ha un rendimento maggiore di un impianto di riscaldamento centralizzato e riduce le emissioni sostanze inquinanti e dannose per la salute come l’ossido di azoto e il monossido di carbonio.
Un vantaggio, quindi, sia per il portafogli sia per l’ambiente, ottenuto grazie al caratteristico funzionamento che sfrutta il recupero di calore.
In questo modo, la caldaia a condensazione riutilizza il calore latente generato dai fumi della combustione utilizzando appositi scambiatori di calore, che recuperano l’energia termica che nelle caldaie tradizionali viene invece rilasciata nell’atmosfera.
In un compleso condominiale, la quantificazione del risparmio dipende dalle dimensioni del condominio che determinano i consumi reali.
Per esempio, in un complesso residenziale con circa 30-40 appartamenti, con una caldaia a condensazione i costi del riscaldamento si abbasserebbero dal 20 al 30%.
Maggiori sono i risparmi se si sceglie un altro tipo di combustibile, come il gasolio, che consuma molto meno di un impianto a gas.
L’investimento necessario per sostituire un impianto di riscaldamento centralizzato con una caldaia a condensazione viene recuperato in 3-4 anni circa, considerano le detrazioni fiscali per l’efficientamento energetico.
Grazie alle detrazioni fiscali al 65% la spesa per l’installazione potrà essere recuperata in 2 anni e mezzo.
Secondo la normativa vigente, la detrazione fiscale al 65% è valida per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 fino al 30 giugno 2015, per poi abbassarsi al 50% fino al 30 giugno 2016.