Se il condizionatore del vicino fa rumore, si può fare richiesta di rimozione nel caso in cui i valori di tollerabilità superino gli standard stabiliti dal perito del giudice.
Sulla quiete domestica non si transige, anche nel caso in cui ad essere messo in discussione è il rumore di un condizionatore domestico.
Così il condizionatore nel condominio deve essere rimosso se i rumori immessi superano la normale tollerabilità.
A dimostrarlo una recente sentenza emessa dalla Cassazione a seguito di una disputa tra vicini.
La legge prevede che il titolare di un immobile non può impedire le immissioni di rumori dalla proprietà vicina, a meno che le propagazioni non superino la normale tollerabilità.
Tale concetto di tollerabilità non corrisponde a un valore assoluto, ma deve essere valutato a seconda del luogo di riferimento (come per esempio condomini, terreni, aeroporti).
A determinare questa soglia sarà quindi il perito del giudice, che si occuperà di valutare le specifiche rilevazioni tecniche.
Nel caso in cui venga superata la soglia di normale tollerabilità, scatterebbe il divieto delle immissioni e la rimozione dell’impianto per tutelare la proprietà privata, la qualità della vita e il diritto alla salute del proprietario dell’immobile.
Per presentare l’accusa è necessaria una prova della rumorosità del condizionatore o una testimonianza terza del disagio provocato dall’impianto.
La rimozione avviene anche nel caso in cui l’impianto non violi le linee architettoniche della struttura edilizia e anche se autorizzato dall’assemblea di condominio.