Secondo un recente studio della University of California-Berkerly, entro il 2100 il 71% delle residenze saranno dotate di un impianto di condizionamento.
L’acquisto di un condizionatore domestico dipende sia dall’aumento del caldo di anno in anno, sia dal reddito delle famiglie.
Basandosi su questa ipotesi i ricercatori della University of California-Berkerly prevedono un aumento degli impianti nelle famiglie di tutto il mondo. Entro il 2100, infatti, si passerà da un 13% di case dotate di condizionatore a un 70%.
Conseguentemente, aumenterà la domanda di energia elettrica per alimentare gli impianti e quindi le emissioni nocive nell’atmosfera. I professori Lucas Davis e Paul Gertler hanno catalogato in un database di 25 milioni di bollette energetiche di privati messicani.
Creando un rapporto tra queste bollette e i dati del meteo locale, gli studiosi hanno quindi coinvolto in un sondaggio sull’acquisto di condizionatori 27 mila messicani, notando un collegamento tra l’aumento delle temperature e il consumo di energia.
La ricerca della University of California-Berkerly ha rivelato che il consumo di energia elettrica è del 3,2% superiore nelle giornate in cui la temperatura supera i 32° C, cosa che non accade se le temperature al di sotto della media.
Un altro risultato della ricerca è che nelle regioni più calde il reddito ha un’influenza importante sulla scelta di acquistare un condizionatore d’aria.
In queste zone, l’utilizzo di un impianto di climatizzazione è salito di 27 punti percentuali per ogni 10 mila dollari di aumento del reddito.
Entrambi i risultati hanno portato alle conclusioni che la vendita di condizionatori raggiungerà prima del 2100 il 71%.