Secondo le stime riportate da KIC InnoEnergy, organizzazione europea che promuove innovazione, imprenditoria e formazione nel campo dell’energia sostenibile, nel report relativo all’andamento del LCOE (Levelized Cost of Energy), entro il 2030 il fotovoltaico diventerà la fonte di energia più economica nei ventotto stati membri dell’Unione Europea.
Nel secondo trimestre del 2016 il fotovoltaico europeo raggiungerà i 100 GW di capacità totale istallata ed ha davanti a sé anni di crescita costante.
Con la sigla LCOE gli esperti indicano il rapporto tra i costi sostenuti, tra i quali gli investimenti, il finanziamento del capitale investito, oltre ai costi di esercizio e manutenzione e agli eventuali per il combustibile, e la produzione di energia durante l’intero ciclo di vita di una determinata installazione e tecnologia.
Dai dati presi in esame nel rapporto si evince che, valutando tutti questi aspetti in combinazione a tutte le innovazioni tecnologiche del comparto fotovoltaico già in uso, si arriverà ad una diminuzione del LCOE nell’ordine del 22-30% in meno di 15 anni.
Se insieme a questi dati si prendesse in considerazione anche la futura diminuzione di altri costi come quelli di distribuzione e connessione di rete, si potrebbe avere addirittura una riduzione del 49%. Il costo degli impianti a terra potrà quindi diminuire dagli 80 Euro/MWh attuali a circa 49 Euro/MWh.
“Significa che il fotovoltaico diverrà una delle fonti a più basso costo di produzione di energia elettrica in Europa”, ha commentato Emilien Simonot, coordinatore del rapporto KIC InnoEnergy, spiegando come questo risultato molto positivo pone le basi affinché il fotovoltaico si possa candidare a diventare la fonte d’energia più utilizzata nel prossimo decennio.