Una valida soluzione per riscaldare in modo performante ed economico la propria casa in inverno sono i caminetti e le stufe a pellet o a legna, ma quale tra i due combustibili scegliere? Meglio poi una stufa a convenzione o una a irraggiamento?
Ecco una serie di vantaggi e svantaggi delle diverse tipologie, di cui tenere conto nel momento della scelta.
Per prima cosa è necessario scegliere quale materiale utilizzare e tener conto di diversi parametri. Se da un lato una stufa a legna ha bisogno di uno spazio apposito per lo stoccaggio, coperto e ben aerato, dall’altro la stufa a pellet è molto più simile ad una caldaia e risulta più pratica da utilizzare e istallare.
Un’altra differenza è la performance. Una stufa a legna ha un rendimento dell’80% circa mentre quelle a pellet offrono più del 90% di rendimento, garantendo più calore. Un altro dettaglio da prendere in considerazione è che le stufe a pellet hanno un serbatoio che, in alcuni modelli, riesce ad arrivare fino a 3 giorni mentre stufe e caminetti a legna hanno un’autonomia di massimo 3-4 ore. Le stufe a pellet infine hanno un costo mediamente più alto, ma è ammortizzabile in breve tempo.
Una volta scelto quale materiale utilizzare è importante scegliere tra stufe a convezione o a irraggiamento.
Le stufe a convenzione hanno il vantaggio di avere costi e pesi contenuti e un impianto ridotto (nei casi più semplici è sufficiente un camino e una presa d’aria comburente). Queste si adattano bene soprattutto in zone fredde, con temperature inferiori a 0 °C, e grazie alla totale assenza di fluidi non si presenta la problematica dell’ebollizione dei liquidi all’interno degli impianti. Tra gli svantaggi che la convenzione può avere vi è una movimentazione elevata dell’aria e la possibilità di un riscaldamento non uniforme all’interno degli edifici.
Per quanto riguarda le stufe a irraggiamento, anche queste presentano il vantaggio di avere dei costi contenuti, un’impiantistica ridotta e una totale assenza di fluidi, ma in più sono caratterizzate da una scarsa movimentazione dell’aria e un ridotto gradiente termico, mentre tra gli svantaggi vi è il peso, che può variare tra i 1000kg e i 3000kg.
Una terza opzione è quella di utilizzare una caldaia a biomassa, che rispetto ad una stufa richiede una spesa maggiore e un’impiantistica più complessa, ma ha dalla sua il vantaggio di poter riscaldare in maniera più omogenea, raggiungendo anche gli ambienti più remoti, la possibilità di produrre acqua calda per usi sanitari e di poter regolare la temperatura.