I sistemi di accumulo stanno diventando sempre più diffusi e competitivi in Italia e nel resto dei Paesi occidentali.
L’Energy Storage Report realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano ha analizzato il settore dei sistemi di accumulo e i diversi ambiti di applicazione nel nostro Paese.
Secondo il report 45GW di installazioni su 170 sono stati installati in Europa, 60 in Asia e 21 negli Usa. In quanto a installazioni l’Italia si trova tra i primi 10 Paesi al mondo con 7 GW.
Nel 95% delle installazioni nel nostro Paese si tratta però di tecnologie di tipo meccanico. Le nuove tipologie di storage, come quello elettrochimico, sono meno diffuse nonostante offrano maggiore possibilità di scalabilità e distribuzione.
Il mercato italiano dei sistemi di accumulo si trova di fronte ad un bivio. E’ necessario scegliere se restare una nicchia rivolta quasi esclusivamente al residenziale o aprirsi al mondo delle imprese con la nascita di operatori specializzati, come succede in altri Paesi europei.
Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy & Strategy Group, spiega che “non è al mercato residenziale che si deve guardare per trovare le applicazioni più redditizie. Perché i costi della tecnologia non sono in linea con i risparmi sui consumi. Ma a quello dei servizi di rete e al dispacciamento, che hanno cubato nel 2016 oltre 2 miliardi di euro di costi a carico di Terna”.
In Europa la Germania è diventata leader del settore grazie alle politiche governative degli ultimi tre anni. Il mercato ha ricevuto una spinta notevole grazie agli incentivi statali. Questa strategia ha portato all’installazione di 43mila impianti fotovoltaici abbinati a sistemi di accumulo.
Secondo Chiesa il mercato italiano è precluso ai sistemi di storage per ragioni normative. Le possibilità che i sistemi di accumulo possano divenire una componente importante del nostro ecosistema energetico sono comunque concrete.